INFN - ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE A cura di A. Maggiora

L'ISTITUTO NAZIONALE di FISICA NUCLEARE

Sincrotrone di Torino

Documenti  istitutivi dell'INFN e della Sezione di Torino

Storia dell'Istituto di Fisica all'Università di Torino dal 1720 al 1980

Lista dei Direttori della Sezione di Torino

Album fotografico del Sincrotrone di Torino

Album fotografico del Congresso sul Sincrotrone di Torino

Foto storiche della Sezione di Torino

Album fotografico della Sezione di Torino

INFN: scopi e organizzazione

La missione dell'Infn è quella di promuovere, coordinare ed effettuare la ricerca sui costituenti fondamentali della materia dell'Universo, ovvero la ricerca in fisica nucleare, subnucleare e astroparticellare, sviluppando le tecnologie necessarie, in stretta connessione con l'Università e nel contesto della collaborazione e del confronto internazionali.
  1. Collaborare con le altre istituzioni di ricerca scientifica e tecnologica, italiane e straniere, contribuendo al processo di formazione dell'Europa;
  2. operare con efficacia organizzativa nel rispetto della libertà di ricerca;
  3. perseguire l'eccellenza scientifica sviluppando strumentazione avanzata, con il coinvolgimento dell'industria nazionale;
  4. curare la diffusione della cultura scientifica, innanzitutto tra i giovani;
  5. promuovere la formazione dei giovani nel campo della ricerca fondamentale ed applicata;
  6. intensificare l'interazione delle attività di ricerca con quelle di trasferimento di conoscenza per rendere più competitive le imprese italiane;
  7. sviluppare l'applicazione delle tecniche nucleari e subnucleari alla medicina, ai beni culturali e all'ambiente;
  8. promuovere l'immagine della scienza e della tecnologia italiana nel mondo.

L'attività dell'Infn si basa su due tipi di strutture di ricerca complementari: le Sezioni ed i Laboratori Nazionali. Le prime hanno sede in dipartimenti Universitari e realizzano la stretta connessione tra l'Istituto e l'Università; i secondi sono sedi di grandi infrastrutture a disposizione della comunità scientifica nazionale ed internazionale
Attualmente l'ente è strutturato in 19 sezioni, 4 laboratori nazionali, 11 gruppi collegati, il consorzio EGO (European Gravitational Observatory), il centro nazionale CNAF per il calcolo, l'amministrazione centrale di Frascati e la Presidenza a Roma. Il personale dell'Infn conta circa 2000 dipendenti propri e quasi 2000 dipendenti universitari coinvolti nelle attività dell'Istituto. A questi si aggiungono circa 1300 giovani tra laureandi, borsisti e dottorandi.

 

Storia della Sezione di Torino

Le origini

La storia, si sa, è fatta da uomini e da fatti. I fatti sono molto semplici: l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare  venne istituito in Roma l' 8 agosto 1951 con il compito di coordinare l'attività scientifica del Centro di studio per la Fisica Nucleare di Roma, del Centro di studio degli joni veloci di Padova e del centro sperimentale e teorico di fisica nucleare di Torino. L'anno successivo, un decreto ordinativo stabilì che l'INFN era costituito da Sezioni, alle tre costituenti si aggiunse la Sezione di Milano, ed il Laboratorio dei raggi cosmici della Testa Grigia o Breuil (Cervinia).
E' evidente che eventi importanti di questo tipo, in grado di dare un impronta nuova ed innovativa a tutta la ricerca in fisica dal dopoguerra ad oggi, non nascono mai nel deserto ma solo quando c'è un substrato culturale di notevole spessore su cui le idee ed i desiderata dei singoli possono mettere radici.

A novembre 1948 era tornato a Torino dal Brasile, dove aveva fondato una scuola di fisica di livello internazionale, Gleb Wataghin. Con Romolo Deaglio e Mario Verde avevano costituito una terna di assoluto livello internazionale. Questi eventi hanno bisogno di una solida copertura politica. In questo caso l'ombrello fu fornito da un altro grande torinese, il Prof.  Gustavo Colonnetti, professore di scienza delle costruzioni al Politecnico e, al quel tempo, presidente del CNR. A lui si deve anche la partecipazione italiana al CERN, fortemente voluta da Edoardo Amaldi, che però trovava una larga opposizione tra i politici.

Gleb Wataghin (Torino), Gilberto Bernardini (Roma), Antonio Rostagni (Padova) e Pietro Caldirola (Milano) ed Edoardo Amaldi (Roma) riuscirono, finalmente, a realizzare il sogno di Enrico Fermi che, già negli anni anni eroici di via Panisperna, aveva capito che per portare avanti con dignità gli studi di fisica nucleare che stava facendo e per essere competitivi a livello internazionale, i fondi disponibili in ciascuna singola Università non erano più sufficienti ma occorreva un ente nazionale che coordinasse la costruzione di un grande acceleratore. La richiesta formale di Fermi a Mussolini nel 1937 venne respinta. Ci furono poi le famigerate leggi razziali, la conseguente fuga di Enrico Fermi a Bruno Rossi in America, la guerra.

Comincia la ricostruzione morale e fisica del paese. Anche la fisica e la ricerca di base, come il resto del paese, uscirono a pezzi dalla guerra. Erano anni in cui la FIAT era interessata anche alla ricerca di base ed all'uso pacifico dell'enegia nucleare. Vittorio Valletta, amministratore delegato, conduceva l'azienda con il pugno di ferro e cercava di diversificarene gli interessi in nuovi e promettenti campi. La FIAT partecipò, con il CNR, alla costruzione del laboratorio per lo studio dei raggi cosmici della Testa Grigia di Cervinia, inaugurato l' 11 gennaio 1948 alla presenza di varie autorità, e finanziò viaggi di ricercatori negli Stati Uniti aventi lo scopo di individuare una tipologia di un acceleratore realizzabile in Italia.
Il laboratorio era stato costruito nel posto più alto d'Italia raggiungibile tutto l'anno con una funivia, almeno in teoria. In pratica poi succedeva di rimanere isolati per intere settimane ed i tecnici o ricercatori sciatori erano particolarmente fortunati! La sua costruzione era stata promossa dal Centro Romano guidato da Gilberto Bernardini, diventato poi il primo presidente dell'INFN, con Claudio Longo (architetto) ed Ettore Pancini con la collaborazione di Marcello Conversi ed Edoardo Amaldi. Il laboratorio era diventato un punto d'incontro dei fisici di varie sedi universitarie tra i quali si instaurarono quei forti legami personali, scientifici e di stima che hanno poi permesso la nascita dell'INFN proprio tra i ricercatori che li svolgevano la propria attività di ricerca.
Il gruppo di Torino composto da Gleb Wataghin, Carola Maria Garelli, Marcello Cini ed altri, vi svolgeva ricerche sugli sciami penetranti con la tecnica dei contatori Geiger-Muller (GM) in coincidenza. Queste ricerche sono continuate sino agli anni '60 e qualche anziano tecnico o professore ancora ricorda la movimentazione dei panetti di piombo da 13 Kg ciascuno!
Il laboratorio fu visitato dai partecipanti al 1o Congresso Internazionale di Fisica Cosmica tenutosi a Como nel 1949. Tra i i partecipanti spiccavano Enrico Fermi e Bruno Pontecorvo.

Wataghin era riuscito, anche grazie al suo entusiasmo prorompente, a convincere Vittorio Valletta a far entrare la FIAT in un consorzio paritetico con CNR e Università per la costruzione del Sincrotrone di Torino da 100 MeV. Erano gli anni 1951 -1959. L'INFN, appena nato, era fortemente impegnato alla costruzione dell'elettrosincrotrone di Frascati da 1000 MeV. Partecipò solo marginalmente alla costruzione contribuendo all'acquisto dei condensatori di rifasamento che hanno permesso di elevare l'energia degli elettroni da 60 a 100 MeV. Solo la successiva fase di funzionamento della macchina e sperimentazione ha visto la piena partecipazione dell'ente con tecnici e strumentazione.
La FIAT si era occupata direttamente del progetto e costruzione dei locali situati nel cortile dell'istituto e delle infrastrutture. Questo ha permesso una rapida conclusione di questi lavori poiché la potenza industriale della FIAT del tempo stimolava le ditte appaltatrici a lavorare bene ed in fretta. Viceversa la macchina, progettata per la Brown-Boveri da Rolf Wideroe, un ingegnere di origini norvegesi che inventò l'acceleratore lineare nel 1927, maestro di Bruno Touschek, universalmente riconosciuto come un genio ed un mago degli acceleratori, aiutato da H. Nabholz (svizzero) e L. Gonella (di Torino), era in forte ritardo. La macchina, originale e fortemente innovativa, aveva richiesto dei tempi di sviluppo superiori a quelli programmati. Nel 1956 la Brown-Boveri accettava la richiesta dei fisici torinesi di installare un betatrone da 31 MeV, che erano prodotti dalla ditta per scopi medicali, nel locali attrezzati nel frattempo per accogliere il sincrotrone. Grande parte della sperimentazione sulla risonanza gigante nucleare fu realizzata con il betatrone. Il sicrotrone arrivò finamente nel 1959 con grade gioia e sollievo di tutti.

Dal 1951 al 1980

Il periodo storico dalle origini dell'INFN al 1980 circa è incluso nella Storia dell'Istituto di Fisica scritto da Vittorio de Alfaro. La parte concernente l'INFN è descritta con completezza, accuratezza e dovizia di particolari. E' molto difficile riuscire a fare di meglio!

La Sezione di Torino oggi

Alla Sezione di Torino afferisce il Gruppo Collegato di Alessandria, istituito nel 2000 presso l'Università del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro". Il Gruppo Collegato, composto da fisici sperimentali e teorici, è diretto dal Prof. Alberto Lerda. Come gli altri Gruppi Collegati all'INFN, anche quello di Alessandria ha una sua autonomia gestionale locale ma afferisce alla Sezione di Torino per le questioni amministrative e del personale. La Sezione di Torino ed il Gruppo Collegato svolgono i loro compiti istituzionali utilizzando personale dipendente e associato.
I dipendenti sono circa 90 di cui più di 1/3 ricercatori. Gli associati sono circa 220 di cui 62 incarichi di ricerca, personale ricercatore o docente universitario che svolge la sua attività di ricerca prevalentemente nell'ente. Sono equiparati al personale dipendente e possono quindi assumere cariche direttive o responsabilità nell'ente. La tipologia del rimanente personale associato è molto variegata e spazia dai laureandi, dottorandi e post-doc al personale tecnico e tecnologo.
L'attività di ricerca si svolge tra l'Istituto di Fisica in Via Pietro Giuria 1 ed il Polo Tecnologico di Via 7 Comuni 56. Quest'ultimo ospita sia le macchine utensili che servono per la costruzione dei rivelatori sia le aree di montaggio e test dei rivelatori stessi.
Dal punto di vista scientifico, la Sezione è inserita in tutte le linee di ricerca dell'ente. Per avere maggiori dettagli sull'attività sperimentale e teorica della Sezione si invita a consultare le pagine a ciò dedicate. Si precisa, a titolo di chiarezza semantica, che in Sezione si costruiscono gli apparati sperimentali che verranno installati in vari laboratori del mondo quali, a titolo di esempio: CERN di Ginevra, SLAC a San Francisco, Laboratori di Frascati dell'INFN, JINR in Russia, Auger in Argentina o il laboratorio di Yangbajing in Tibet ecc. Viceversa l'attività di analisi dei dati e quella teorica si svolge presso le strutture locali.
L'elenco puntuale di tutte le attuali attività scientifiche della Sezione sarebbe lungo e noioso. Mi limito a ricordarne alcune che hanno o hanno avuto un largo impatto sulle strutture tecniche della Sezione.
I ricercatori di Torino danno un contribuito estremamente rilevante agli esperimenti sul Large Hadron Collider (LHC), in costruzione al CERN di Ginevra, partecipando alla costruzione di ben tre rivelatori di CMS e tre di Alice. Partecipano ad esperimenti che studiano la struttura dello spin del nucleone o la violazione di CP responsabile dell'asimmetria tra materia ed antimateria del mondo in cui viviamo. La fisica astroparticellare (Auger) e la fisica underground (LVD) è altresì presente in Sezione come anche la fisica nucleare sia ad altissima energia con gli esperimenti al SPC del CERN che a bassa energia con la fisica degli ipernuclei in cui un nucleone viene sostituito da un iperone (un nucleone con un quark s invece che u o d).
Infine non si possono trascurare le ricerche a carattere tecnologico/strumentale che hanno potenzialmente una larga ricaduta sulla società. Cito due esempi per tutti: le ricerche di fisica medica o applicazioni di tecnologie di calcolo parallelo (GRID), sviluppate dall'ente per gli esperimenti su LHC, alla diagnosi precoce dei tumori alla mammella.
La fisica teorica torinese è sempre stata di altissima qualità e perfettamente inserita nel panorama mondiale. Torino è stato ed è un polo di attrazione per fisici teorici di altissima levatura di tutto il mondo, richiamati dalla presenza in loco di personalità prestigiose. Ne cito solo alcuni a titolo di esempio: Gleb Wataghin, Mario Verde, Tullio Regge, Sergio Fubini, Vittorio de Alfaro. Attualmente i fisici teorici torinesi si interessano alla fisica dello spin, astroparticellare, nucleare, alla fisica di LHC o alle teorie di stringa. Sono entrati a far parte del panorama della fisica teorica torinese, ultimamente, ricerche in biologia computazionale o sistemi turbolenti
Maggiori dettagli concernenti sia l'attività sperimentale che teorica sono disponibili alla pagina dell'attività scientifica della Sezione.
Il futuro è, comunque, alle porte. Si comincia a discutere, in Sezione, di partecipazione agli esperimenti sul futuro "Linear Collider", quando e dove si farà, di partecipazione agli esperimenti con antiprotoni al GSI di Darmstadt e di upgrading degli esperimenti a LHC, ecc.

Istituto di Fisica
Sincrotrone di Torino
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1955, Istituto di Fisica
Laboratorio Testa Grigia